[ FISICA ] GLI EFFETTI DELLE TEMPESTE GEOMAGNETICHE
Le eccezionali aurore boreali degli ultimi anni, verificatesi a latitudini sorprendentemente basse, anche nelle regioni meridionali dell’Italia, ci hanno dato modo di riflettere, ancora una volta, su come la natura possa essere spesso imprevedibile.
I fenomeni osservati sono la manifestazione delle interazioni Sole-Terra, che si verificano quando un’espulsione di massa coronale del Sole produce effetti sul campo magnetico e l’atmosfera terrestre, generando quella che gli astronomi chiamano tempesta geomagnetica. Per quanto spettacolari, non bisogna però dimenticare che queste tempeste potrebbero verificarsi anche in modo violento e causare seri danni al nostro pianeta. Gli esperti ne sono ben consapevoli e cercano di trovare delle soluzioni partendo dallo studio di analoghi eventi passati.
Una delle più potenti tempeste geomagnetiche mai registrate risale al febbraio 1872. I suoi effetti riguardarono l’intero globo terrestre, con aurore boreali osservate anche all’equatore. Un gruppo di ricerca internazionale, a cui ha partecipato anche l’italiano Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), ha di recente analizzato i dati raccolti all’epoca, per cercare di fare un quadro dei danni di quella tempesta sulla Terra. Ad averne la peggio furono le reti telegrafiche e le comunicazioni tra alcuni paesi rimasero interrotte per molte ore. Un danno tutto sommato limitato, potremmo pensare; in realtà molto pesante, se si pensa alla limitatezza della tecnologia dell’epoca. In una società come la nostra, totalmente dipendente da tecnologie suscettibili ai campi magnetici, i danni sarebbero ingenti, i disagi alla popolazione inimmaginabili e le perdite economiche incalcolabili.
La tempesta del febbraio 1872 è la più estrema della storia recente, ma non l’unica. Altre due, di intensità confrontabile, si verificarono a distanze temporali ravvicinate: a settembre 1859 e maggio 1921. Dunque, tre tempeste geomagnetiche estreme nell’arco di soli sei decenni. Ciò dimostra che questo tipo di minaccia per la società moderna è concreto e che è necessario sviluppare competenze e modelli utili a mitigarne gli effetti.
[ ASTRONOMIA ] L'ILLUSIONE DELLA LUNA
Perché a volte la Luna appare così grande mentre sorge
all'orizzonte? È una delle curiosità più frequenti riguardo al nostro
satellite. A rendere la questione più interessante c’è la soggettività del
fenomeno, che non è percepibile da tutti: qualcuno lo vede, qualcun altro no, ma
nessuno riesce a darne una spiegazione definitiva.
Quando la Luna è bassa nel cielo, i suoi raggi radenti
attraversano uno spessore più ampio di atmosfera terrestre rispetto a quando la
Luna è alta. Ciò potrebbe erroneamente portare a supporre che l’atmosfera
terrestre agisca come una sorta di lente spessa. Questo non è vero.
La spiegazione più verosimile è che si tratti di un'illusione
ottica. Per qualche ragione, il cervello interpreta erroneamente la Luna come
più grande quando è più vicina all’orizzonte rispetto a quando è alta nel
cielo. La teoria che spiega questo inganno del nostro cervello è la ben nota “illusione
di Ebbinghaus” o “illusione del contesto”. Fondamentalmente, questa teoria
afferma che la Luna sembra più grande vicino all’orizzonte a causa del modo in
cui il cervello interpreta erroneamente le dimensioni degli oggetti quando
condividono lo stesso campo visivo. In pratica, quando la Luna è vicina
all'orizzonte la vediamo accanto a oggetti familiari, come alberi e edifici, i
quali sappiamo bene che sono oggetti di grandi dimensioni. Quindi il cervello
potrebbe percepire erroneamente anche la Luna all’orizzonte come un “oggetto
terrestre” di grosse dimensioni.

